In più anni, le mie incursioni nel vecchio continente
Tra le mie passioni, sicuramente viaggiare occupa una posizione particolare. Anche perché generalmente si concilia perfettamente con tutte le altre: fotografare luoghi e persone più o meno lontani; leggere, con calma e tempo, immergendosi nei libri; scoprire musica prima sconosciuta.
Se ho viaggiato tanto o poco, fatico a dirlo… sicuramente poco, rispetto a quanto avrei voluto. Però ogni qual volta ho potuto, mi sono messo in viaggio. Soprattutto nel vecchio continente. Ma non solo.
Non la faccio tanto lunga sulla bellezza del viaggiare in sé, sulla distanza che separa viaggio e vacanza, su quanti modi diversi esistano di viaggiare (in coppia, in compagnia, da soli, low budget, no budget, no limits, per perdersi o per trovarsi…).
Il viaggio, come sono andato a intenderlo in anni, è per me questo: esplorazione solitaria di luoghi e persone, in totale immersione, lasciando a casa lo zaino delle abitudini (cibo familiare, comfort vari, consolidati livelli di igiene e privacy, sicurezza), cercando quanto più possibile un contatto forte e intimo con chi del luogo. Portandosi dietro una radice di sé, ma lasciandosi dietro tutto il superfluo. Il tutto, documentato in fotografia.
Quello che mi propongo di fare nei prossimi post è di raccontare alcuni itinerari, quelli più densi e ricchi, attraverso le mie parole, ovvero le mie foto.
Buon viaggio!
🙂 condividiamo la stessa passione…ho scritto un post dedicato a Pessoa e al viaggio, ovviamente..
LikeLike
Ho letto, molto bello. Mi piace il tuo blog e come scrivi!
Riguardo al tuo post, sono d’accordo con te nel dire che i viaggi non possono solo essere immaginati ma devono essere vissuti. Però io interpreto le parole di Pessoa in modo leggermente diverso, ovvero che il viaggio esiste solo in quanto viaggiato da qualcuno e la stessa idea di viaggio si frantuma in una miriade di esperienze viaggiate, quanti sono i viaggiatori che lo vivono o quante volte viene vissuto. In virtù di un relativismo che paradossalmente diviene quasi universale, nel viaggio non esiste il viaggio in sé ma esiste quello che il viaggiatore vede, immagina e vive. Con altre parole ribaltando il tradizionale rapporto di “soggetto attivo” e “oggetto passivo”, non è il viaggiatore a “fare” il viaggio ma è il viaggio che “fa” il viaggiatore.
LikeLike